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Tuesday poison: l’Arte Pop Surrealista del p...

Tuesday poison: l’Arte Pop Surrealista del panorama Italiano


Erica Calardo

Erica Calardo

Mi hanno chiesto di fare un excursus storico dell’arte pop surrealista italiana, si , esiste un’arte pop surrealista italiana.
No, non è una copia delle altre, a volte arriva con un po’ di ritardo sulla tabella di marcia internazionale del Pop Surrealism ma ha una sua anima ed è anche piuttosto interessante. Dove e quando comincia? Non c’è una risposta precisa e poi a me la dogmatica sta un po’ antipatica: in pratica non c’è mai una data precisa per un evento sociale e se c’è è un cliché e a noi i cliché non piacciono. Comunque se volete un’informazione di massima considerate che quasi tutti i suoi esponenti hanno poco più di trent’anni e, se non vi includiamo i graffitari dei primi anni novanta, diciamo che è una corrente artistica che ha una diecina d’anni o poco più, se poi volete parlare del fatto che anche Jacovitti era un Pop surrealista e quindi non è vero che è cominciata solo una diecina di anni fa, vi dico che avete in parte ragione ma una rondine non fa primavera tanto quanto un singolo artista non fa una corrente.

Dunque l’arte pop surrealista italiana è figlia di un disagio, quello di avere una storia alle spalle, che equivale alla responsabilità che ha oggi chiunque indossi la maglia numero dieci dell’argentina, sarebbe a dire che l’artista pop surrealista italiano, a differenza di quello statunitense oppure di quasi ogni altra parte del mondo, sente tutta la pressione degli avi ed è difficile prendere un pennello in mano quando hai avuto per nonno Michelangelo (ok era gay ma questo è un altro discorso). Uniamo il tutto con il fatto che nella maggior parte dei casi, almeno leggendo le loro biografie, gli artisti pop surrealisti nostrani sono si italiani ma sono anche figli del mondo, in quanto hanno viaggiato, studiato, lavorato e spesso vissuto all’estero.
Nel loro lavoro quindi attingono a piene mani dalle altre culture, prendendo parte, insieme ai colleghi stranieri, alla grande rivoluzione del pop surrealismo, quella della creazione di un’unica grande comunità artistica mondiale, priva di veri confini, fatta di artisti che si mescolano e traggono spunto da cose molto simili pur partendo ognuno dalla propria cultura. Dunque, parlando dell’arte pop surrealista in generale dovremmo partire da un assunto, prima di tutto è l’unica vera arte contemporanea attualmente ravvisabile, nel senso che nasce e crea prendendo spunto dalla cultura contemporanea, che è piuttosto pop, inserendosi e parlando di attualità,  si innesta all’interno di essa divenendone parte integrante. Per citare proprio un’artista italiana pop surrealista, Erica Calardo, ”Il Pop Surrealismo prende i contenuti bassi con cui è cresciuta la nostra generazione e li eleva all’empireo dell’arte.
Il Pop surrealismo è la catarsi del quotidiano”. I contenuti bassi sono i cartoni animati della Disney, gli anime giapponesi, la musica pop dei beatles, ad esempio, oppure i tatuaggi, la cultura del surf, e tutto ciò che ne concerne, prendendo spunto della cultura popolare di ogni latitudine. E’ facile quindi trovare riferimenti alla cultura messicana in un’opera di un artista pop surrealista italiano, tanto quanto sarà facile trovare riferimenti alla cultura rinascimentale italiana in un’opera di un artista pop surrealista californiano e così via all’infinito.

Dilka

Dilka

In cosa si differenzia allora la scuola dell’arte pop surrealista italiana dalle altre scuole del mondo? Dall’estrema attenzione nel confezionamento artigianale dell’opera, alla sua costruzione materiale, alla ricerca del particolare ed alla tecnica, insomma, l’ansia da prestazione dovuta ai natali illustri sta dando i suoi frutti in positivo. Si può infatti ravvisare nelle opere degli artisti pop surrealisti italiani la medesima attenzione per il contenuto concettuale dell’opera ed il messaggio che si vuole lanciare con essa ed il confezionamento di altissimo livello tecnico della stessa.
A differenza quindi dell’ “Arte Contemporanea” tipica del ‘900, dove ad un certo punto sembrava non avesse più molta importanza il saper materialmente fare ma solo l’idea che si voleva comunicare con l’opera, qui, nella scuola dell’arte pop surrealista italiana, c’è un ritorno alla ricerca del bello e soprattutto del “saper fare”, come dice un altro esponente del pop surrealismo l’artista milanese El Gato Chimney. Dunque filo conduttore della scuola italiana è la maestria e la bellezza, il tutto ispirato da Mark Ryden, scherzo chiaramente, sarebbe riduttivo ma è vero che nella maggior parte dei casi l’ispirazione viene proprio da li, da Mark Ryden appunto, autore preferito di moltissimi esponenti dell’arte pop surrealista italiana, visto l’elevato numero di volte nel quale viene citato dagli artisti presenti in Italian Pop Surrealism.

Comunque, gli artisti e le artiste italiane hanno le idee chiare, un respiro internazionale e producono opere di altissimo livello, molto apprezzate all’estero, come tutto il resto del made in Italy d’altronde. In patria invece la cultura pop surrealista sta prendendo piede con più calma, la pigrizia del pubblico nostrano e la difficoltà con il quale si affaccia al cambiamento non lascia scampo neanche all’arte pop surrealista ed ai suoi esponenti. Negli ultimi anni qualche galleria d’arte, tra le quali spiccano Mondo Bizzarro, Doroty Circus e Mondo Pop a Roma, si è resa partecipe di questo progetto di innovazione culturale pubblicizzando ed appoggiando artisti emergenti di grande livello ma, purtroppo, ancora sconosciuti al pubblico italiano. Certo è un rischio ma qualcuno lo dovrà pur correre.

Ania Tomicka

Ania Tomicka

Qualche esempio di  questa corrente artistica italiana ce lo danno alcuni esponenti quali Elio Varuna, il quale cerca di ridefinire il reale con forme elementari ma di grande impatto visivo, ovvero i suoi esserini chiamati “tuti”, simili a dei globuli rossi che danzano intorno ad immagini che si sostituiscono alle vecchie icone sacre e ne prendono il posto, utilizzando un televisore oppure Hello Kitty, il tutto realizzato con pittura acrilica e smalto spray su tela. Oppure Amelia Von Grune che predilige l’olio su tela e ama realizzare quadri in bianco e nero che richiamano iconograficamente l’estetica cinematografica della commedia italiana, con temi sociali ricorrenti come il rifiuto del buonismo e del politicamente corretto e la difesa degli animali. C’è chi, come Nicoz Balboa, gioca con soggetti cristallizzati tra l’infanzia e l’età adulta, realizzando le sue opere con olio diluito e pirografo su legno, creando suggestive metafore intra- generazionali. Interessante anche l’approccio degli Anonymous Art, duo artistico formato da Elena Bertoni e Simone Romano, che cominciano dal digitale per dirigersi poi su una produzione più classica di olio su tela, con una passione per le immagini sacre cattoliche dello scorso secolo, i testi di medicina ottocenteschi, il folklore e l’esoterismo del passato che incastonano in visioni attualizzate con l’utilizzo di icone moderne e decontestualizzate, ricreando quelle stesse immagini sacre utilizzando, ad esempio, alcuni cartoni animati della Disney.
Insomma un bellissimo incontro tra presente e passato, rivisitazione metamorfica della vita che viviamo sospesa tra l’antico sacralizzato ed il presente del quale riappropriarci con vigore, grazia e capacità. La lista degli artisti del pop surrealism italiano è lunga e variegata, ce n’è per tutti i gusti, ma la cosa di cui andare fieri è che si tratta, in ogni caso, di personalità capaci di esprimere un’ arte di sicuro impatto e di grande contenuto.

I nomi più rappresentativi del pop surrealismo italiano, molti dei quali già trattati dalla nostra rivista con gli articoli di Eva Di Tullio, sono quelli di Bafefit, Erica Calardo, Camilla D’Errico, Paolo Petrangeli, Luca Coser, Antonella Caraceni, Jonathan Pannacciò, Nicola Verlato, Max Papeschi, Gabriels, Marco Rea, Virginia Mori, Siva,Max Ferrigno, Luisa Montalto, Dilka, Elena Rapa, Michele Guidarini, Luciano Civettini, Hackatao, Sone, Valentina Zummo, Hogre, Amedea Morgan, Marco Tarascio, Ania Tomicka, Desiderio, Giuseppe Veneziano e quelli di cui ho parlato in questa puntata. Il fine ultimo di tutto ciò sarà, nel corso delle prossime puntate, quello di capire come sta evolvendo l’arte pop surrealista nel panorama italiano, cercando di scovare nuovi talenti mettendone in risalto la storia e le opere. Dunque, arrivederci alla prossima puntata con qualche novità direttamente dal futuro dell’arte.

Camilla d'Errico

Camilla d’Errico

Amelia Von Grune

Amelia Von Grune

Valentina Zummo

Valentina Zummo

Luisa Montalto

Luisa Montalto

Max Papeschi

Max Papeschi

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Michele Guidarini

Paolo Petrangeli

Paolo Petrangeli


Marco De Carolis

Io sono, ma anche tu sei, per quanto pure egli, che poi alla fine chi lo usa sto “egli” nei discorsi? Comunque, io sono Marco, ma potete chiamarmi come vi pare, la cosa importante non sono io ma che voi leggiate di arte che poi è la maggiore espressione e la più significativa del genere umano e, soprattutto, che lo facciate qui su Organiconcrete, ma come perché!?! Perché ci scrivo io no! Che poi sarei Marco. Non siete attenti però!!

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