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Real Food, But Not Really: La chirurgia estetica del cibo


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Non so quante volte ti sia capitato di entrare in un ristorante o in un fast food e di essere attratto così tanto dalle immagini promozionali (e dall’aspetto invitante che quest’ultime lasciavano trasparire) da farti scegliere una cosa piuttosto che un’altra. A me tante. Troppe.
Dico “troppe”  (con tono piuttosto astioso) perchè quando la commessa ti porta il piatto (o apri la scatola del Big Mac) rimani così deluso e amareggiato dalla carne troppo piccola o dal formaggio giallo invece che bianco, che ti verrebbe voglia di chiamare qualche responsabile e invitarlo a trovare tutte le differenze con le varie foto promozionali esposte.
Qualche anno fa un’azienda scaltra e furba come McDonald’s aveva provato a tranquillizzare i propri adepti (e placare le lamentele), realizzando un video in cui dimostrava che un Quarter Pounder con formaggio uscito da uno dei tanti punti vendita dell’azienda, tramite le abilità di un food stilist e di un fotografo, diventava identico a quello mostrato nelle foto promozionali. Che voleva dire: la forma è diversa, ma la sostanza è la stessa.

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Stufo di trucchi e inganni a occhi e stomaco, il graphic designer e videomaker australiano Minhky Lee, dopo aver preso due giorni di lezioni dalla food stylist Denise Vivaldo, ha realizzato una serie di video che ti spiegano come fare un gelato che non è un gelato, come preparare un drink che non è un drink e un panino che è bello (e buono) solo a metà.
Insomma, tanto per tirare in ballo il titolo della serie (Real Food, But Not Really) che gioca con l’assonanza tra aggettivo (real) e avverbio (really), i  video ti spiegano come fare del cibo vero. Ma non sul serio.
Che poi, tra iniezioni di botul… ehm volevo dire Ketchup, ghiaccio finto, carni (s)tirate e silic..ehm volevo dire ovatta che riempie i vuoti, più che in cucina, sembra essere dal chirurgo estetico.
Sembra.


Alessandro Rossi

Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.

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