The Last Man on Earth


buona

Che cosa succederebbe se, in linea con tanti bei (ma anche brutti) film di fantascienza, la terra si spopolasse, per un motivo qualsiasi scelto a caso dal campionario hollywoodiano, e tu fossi l’ultimo uomo rimasto in vita e in salute su tutto il pianeta?
Questa possibilità, la solitudine totale, il rendersi conto di essere l’ultimo esemplare della specie e che intorno a me non ci sia nessuno con cui condividere il mio presente, ma anche il mio passato fatto di ricordi comuni, è una di quelle cose che mi terrorizza. Lo scenario che vado a costruire è oscuro, e mi immagino raggomitolata da qualche parte prefigurando la mia imminente fine, probabilmente in preda ad un folle delirio culminante in qualche gigantesca esplosione. Ma forse, conoscendo la mia sindrome premestruale, la certezza che nessuno sarà lì a guardarmi dare di matto, mi rassicura.

Questo è il mio modo di vedere la cosa. Poi c’è il punto di vista della serie tv “The Last Man on Earth“, di Phil Lord, Christopher Miller e Will Forte, sceneggiatori i primi due, sceneggiatore e attore protagonista il terzo, che prendono una delle idee più vecchie del mondo (vedi: una pandemia spazza via l’intero genere umano tranne Phil Miller) e la reinventano in chiave comica. Perché essere l’ultimo uomo sulla terra fa paura, ma fa anche molto ridere.

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Phil Miller vive a Tucson e nell’anno 2020, dopo che una terribile epidemia ha ucciso tutti gli abitanti del pianeta, si ritrova da solo. Nella sua vita prima del disastro era pigro, non molto fortunato con le donne, probabilmente un po’ egoista. Quel genere di egoismo che le persone che ti vogliono bene tollerano. Il problema sorge quando le persone che ti vogliono bene non esistono più.
Il primo anno te la puoi anche cavare, vai in giro per il paese cercando altri sopravvissuti, rubacchi opere d’arte, tappeti della stanza ovale, un sacco di alcolici. Torni sui tuoi passi sicuro di essere l’ultima persona in vita, ma per non lasciare nulla al caso scrivi sul cartello che da il benvenuto in città, che a Tucson qualcuno di vivo c’è, e che sei tu.
Nonostante tutti gli espedienti comici a cui il personaggio Phil Miller si presta e il picco di degrado che solo un uomo che vive per conto suo può toccare, nel primo episodio va componendosi il vero nucleo drammatico della vicenda. Puoi avere una villa meravigliosa, una piscina gonfiabile piena di margarita e un adorabile gruppo di amici sottoforma di palla (qualsiasi tipo di palla, beccati questa Tom Hanks), ma non sarai mai davvero completo senza la figa. Là dove non arriva la masturbazione arriva la sceneggiatura e va a finire che Phil forse potrà anche essere l’ultimo uomo sulla terra, ma non l’ultima donna.
E senza stare a puntualizzare sull’avvenenza di questa ultima donna, è bene ricordare che in tempo di guerra ogni buco è trincea.
NB: questo detto vale in tutti e due i sensi e sessi.

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La serie debutta il primo marzo sulla Fox americana, con un totale di dodici episodi e con la promessa di una seconda stagione nell’anno a venire, in quel formato breve (20 minuti per episodio) che è così caro alla sit-com. Oltre a Will Forte, componente fisso del cast del Saturday Night Live, anche la meravigliosa Kristen Schall, già assaporata (anche se per poco) in Wilfred.
Una commedia fresca, pulita, luminosa, che sorride su quegli scenari catastrofici popolati da eroi granitici che “fanno quello che devono fare per sopravvivere“. Dimostrando che se eri una merda prima, probabilmente sarai una merda pure dopo, nonostante la crisi che stai vivendo, le scelte che sei costretto ad affrontare perché non c’è proprio nessuno che possa farlo al posto tuo, e la necessità di ricostruire una società civile. Un eroe, Phil Miller, forse meno solido degli altri, ma molto più simile a noi.
Perché quando non c’è nessuno in giro sputiamo la cicca a terra, figuriamoci se su un pianeta deserto mi metto ad aggiustare un water rotto.

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Beatrice Lombardi

Laureanda presso il CITEM di Bologna è nata 26 anni fa dal tubo catodico. Dopo anni di amore e odio con mamma Televisione e papà Cinema ha deciso di percorrere nuove strade ed è scappata con il Web.

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