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A colpi di matita: Jacopo Oliveri

A colpi di matita: Jacopo Oliveri


Quanti anni hai, di dove sei e da quanto tempo fai l’illustratore?
Ho 23 anni e sono di Genova. Ho vissuto e studiato a Bologna quattro anni e attualmente mi trovo ad Amburgo.
Credo ci siano due modi di rispondere a questa domanda; il primo secondo il quale il mestiere dell’illustratore appare come una passione che sfocia in progetti personali di vario tipo, il secondo, invece, vede l’illustratore come una vera e propria figura professionale retribuita per il lavoro che fa e che viene seguita da case editrici e associazioni di settore.
Per quanto riguarda la prima definizione, potrei dire che sono ormai quattro anni che questo universo mi affascina e da poco più di un anno ho dato libero sfogo alla mia passione dedicandomi a un gruppo di lavoro creato con un paio di amici accademici e qualche collaboratore esterno. Insieme abbiamo fondato una rivista, Lök, che con il tempo si sta trasformando in una piccola “casa editrice” indipendente di autoproduzioni nella quale confluiscono talenti emergenti, fumettisti, illustratori italiani ed esteri che abbiamo conosciuto in occasione dei vari festival a cui partecipiamo o che contattiamo attraverso i social network.
Per quanto riguarda la seconda definizione, invece, direi che ho cominciato da poco tempo a ottenere una certa visibilità professionale nel campo e a ricevere retribuzioni per il lavoro che svolgo. 
Per il resto i progetti a cui mi dedico sono tutti personali in cui ricopro, a seconda dei casi, il ruolo di grafico e illustratore. Mi piace essere versatile sotto questo punto di vista e mi sento meno monotono.

Come hai imparato a “disegnare”?
Forse non ho mai imparato. O forse ce l’ho nel sangue. Quello che so con certezza è che non si smette mai di imparare. 
Per molti anni mi sono dannato ritenendomi incapace di disegnare in maniera realistica, sia per pigrizia che per incompetenza tecnica. Come molti della mia generazione che non hanno mai frequentato un liceo artistico,  ho iniziato disegnando manga e, in seguito, ho deciso di iscrivermi all’Accademia di Belle Arti al corso di Fumetto e Illustrazione. Qui, grazie ad alcuni professori come, per esempio, Octavia Monaco, ho ricevuto le competenze necessarie per intraprendere un percorso più personale basato sul segno e sul linguaggio dell’illustrazione. 
Grazie ad altri insegnanti sono riuscito a costruirmi un mio universo nel quale ho sviluppato una personalità più forte e ho imparato a riconoscere le fonti da cui attingere per alimentare la mia fantasia.
Sono a un punto fondamentale per iniziare il lungo percorso dell’affermazione personale; non riesco più a disegnare cose che non mi piacciono e non lo faccio mai perchè devo o perchè so che, affrontando certe tematiche, avrei più successo che affrontandone altre. Semplicemente mi limito a disegnare quello che mi piace.

La tua è una passione, un lavoro, o entrambe le cose?
Ho già risposto nella prima domanda; entrambe e nessuna delle due.
Credo che principalmente sia una questione di istinto. Non riesco a fare altro e non mi sento bravo in nulla, fatta esclusione per quello che faccio.
Mi diverto molto a lavorare in gruppo e a cercare di creare collaborazioni interessanti. 
Ultimamente quando sono triste disegnare ascoltando musica è il mio unico sfogo. Lo shopping non funziona più.

Solitamente disegni prima su carta oppure elabori tutto direttamente su pc?


Di solito parto da una base cartacea che completo e sviluppo in digitale passando intere nottate a perdermi nei meandri di Photoshop. In programma nella mia lista di cose da fare c’è la volontà assoluta di applicarmi con maggiore costanza nelle tecniche di stampa manuali per ottenere degli originali concreti oltre alle stampe in digitale.

Da cosa trai ispirazione? E cosa cerchi di trasmettere con le tue illustrazioni?
Traggo ispirazione da tutto quanto mi circonda. Inoltre guardo tutti i film, telefilm, videoclip, concerti, gallerie d’arte, fumetti, libri illustrati, catologhi di design, fanzine, blog e portoflio che posso. Penso sia importante essere fedeli a quello che si è ma, anche aggiornarsi su cosa bolle in pentola nel nostro campo in un determinato momento storico è indispendabile; per questo mi piace oscillare tra cose più intimistiche legate a ciò che mi accade quotidiamente e tematiche che trovo interessanti come scusa per realizzare qualcosa che mi piaccia graficamente.

Che strumenti (e/o software) utilizzi solitamente?
Il pacchetto Adobe è il mio migliore amico!!

Che consigli daresti agli aspiranti designer/illustratori che desiderano emergere in questo settore?
Autoproducetevi, apritevi un blog e un portfolio! Si imparano tantissime cose e si conoscono molte
persone che possono aiutarvi nel vostro percorso e con le quali possono nascere collaborazioni
interessanti che, a volte, possono sfociare in progetti editoriali con relative pubblicazioni.
Disegnate solo quello che vi piace. Sembra una banalità, ma se vi ritrovate a dover fare della gavetta
(e vi assicuro che in questo mestiere se ne deve fare parecchia) cercate sempre di soddisfare il
committente facendo sempre emergere la vostra personalità artistica.
Se, al contrario, venite contattati da qualcuno che ama il vostro lavoro allora, lasciatevelo dire, siete
davvero fortunati; avrete carta bianca per creare ciò che più vi piace. È un’ottima palestra d’esercizio e
avete la possibilità di sfogarvi come più vi aggrada.
Io, ovviamente, preferisco sempre la carta bianca..

Un illustratore che ci consigli di tener d’occhio?
Ce ne sono tantissimi. Come al solito vorrei citare alcuni dei miei collaboratori diretti/indiretti: Alessandra de Cristofaro, Federica de Ruvo, Fabio Tonetto, Lùlù Mèlon Sàndia, Carlotta Costanzi.
Per quanto riguarda i professionisti affermati in questo momento mi piacciono particolarmente Philip Giordano, Camilla Engman, Guglielmo Castelli, Victor Castillo e Brecht  Vadenbroucke.

Grazie :::)

Ringraziamo Jacopo per averci concesso il suo tempo e vi invitiamo a visitare il suo sito: http://www.fatomaleidea.blogspot.it/


Alessandro Rossi

Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.

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