Domenica in strada: Claudio Ethos


L’artista di questa puntata di Domenica in strada viene da San Paolo del Brasile, un po’ lontano dalla nostra penisola e devo dirvi che ogni volta che sento nominare questa città mi viene in mente il mio mito, sì quello per cui si rompeva le scatole a genitori e amici, quello di cui si aveva almeno un poster attaccato sulle pareti della stanza, magari a grandezza naturale. Perché tutti abbiamo avuto un mito, giusto? Quale era il vostro? Dai avanti cominciate a spararmi nomi dei personaggi dei telefilm dell’ora della merenda o quelli dei calciatori o cantati di cui ora non si sa più neanche che fine abbiano fatto.
Il mio mito da bambina e anche da grande è Ayrton Senna. Ebbene sì miei cari lettori, ora ve l’ho detto. Nutro una passione spasmodica per questo uomo che ha segnato molti weekend della mia infanzia e adolescenza. Mentre tutti a casa tifavano Ferrari io impazzivo per lui, il campione della pioggia che veniva dal Brasile, il re della Formula Uno. Nessuno regge il suo confronto. Schumacher e Alonso sono solo dei giocatori di playstation.

Detto ciò restiamo a San Paolo perché come vi dicevo l’artista di oggi è nato in questa città anche se si è trasferito a Barcellona, come mi è stato riferito dai miei segugi della street art.
Lui è Claudio Ethos, un artista giramondo che lascia il segno ovunque si trovi. Da Amsterdam a New York, passando per Berlino e Roma i suoi luoghi preferiti sono le periferie delle metropoli, quegli spazi desolati su cui sorgono mostri di cemento a cui lui piace dare un po’ di vitalità con le sue creazioni gigantesche, favolose direi.
Nelle sue opere, in cui trionfa il bianco e il nero, proliferano personaggi surreali, un po’ deformi, allungati, sembrano essere fuggiti dalle pagine dei fumetti di un illustratore sognatore, delicato e attento ai dettagli. Un artista romantico, uno che stravolge il mondo circostante con le sue favole e la sua mania di scomporre ogni attimo della realtà facendoci sognare storie tenere e un po’ fantascientifiche.
Buona domenica!


Zelda

Mi chiamano Zelda, come la principessa dei Nintendo, come Zelda Sayre Fitzgerald, come Beautiful Zelda della Bonzo Dog Doo-Dah Band. Sono alta quanto una mela della Val di Non, sono impertinente come i miei capelli e mi nutro di street art, quella roba di cui vi parlo la domenica quando avete il cervello quadrato e parlate di rigori e schedine. Non potrete fare a meno di me.

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